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Un diario di cantiere scritto tra Sudan e Italia che ripercorre l'esperienza dell'autore come architetto di Emergency durante la costruzione dell'unico centro africano di cardiochirurgia in grado di fornire assistenza gratuita in un'area di due milioni di chilometri quadrati e per una popolazione di dieci paesi. Sono riflessioni e considerazioni, ma è soprattutto il racconto di cosa sia stato progettare e costruire avendo come sfondo la fame, la morte, la guerra, in mezzo a una natura particolarmente inospitale. Operare in una regione desertica, martoriata da una ventennale guerra civile, ha infatti richiesto l'assunzione di criteri progettuali innovativi tanto dal punto di vista teorico che pratico, imponendo una riflessione a tutto campo sui principi etici che stanno alla base della progettazione architettonica. Il centro "Salam" di Emergency - come mostra il ricco percorso fotografico che accompagna il racconto - è così diventato la visione di un mondo possibile. Perché in un paese in cui la sofferenza, la miseria, la morte sono strutturali al vivere quotidiano, un centro sanitario d'eccellenza capace di essere "scandalosamente bello" e che rivendica il diritto di tutti a una salute gratuita ha assunto un significato emblematico: non solo un segno di speranza per l'oggi, ma un'utopia lanciata verso il futuro.